La “distanza” è stata ed è purtroppo ancora, così tanto protagonista delle nostre vite che mi sembra utile fare alcune riflessioni su questo tema.
Ma Distanza sociale o distanza fisica?
Si è molto dibattuto sull’utilizzo di questi termini: “Distanza fisica sì, distanza sociale no: combattere il virus rafforzando le relazioni.”, era questo il titolo di un articolo che ricordo di aver letto qualche mese fa su un quotidiano.
“Il virus è abile nel saltare da una persona all’altra ma non ha potere sui legami, sulle relazioni, sulla possibilità di trovarci e sostenerci a vicenda. Anche da questo dobbiamo proteggerci per non rischiare invece di allentare i rapporti, di rinforzare diffidenza e solitudine.”
Continuava cosi l’articolo citato.
La distanza non cambia le relazioni, non le indebolisce.
Non sono d’accordo. Sicuramente le cambia, eccome. E questo innanzitutto perché siamo noi che in qualche modo “cambiamo” nello stare distanti.
Le ricerche di psicologia hanno scoperto che durante un periodo di distacco sociale, quarantena o isolamento, si possono sperimentare stati di ansia e paura (e qui non stiamo considerando la pandemia). Alcune persone possono avere difficoltà a dormire o concentrarsi nelle attività quotidiane. Periodi prolungati di tempo trascorsi a casa possono anche causare sensazioni di noia e solitudine ma anche di rabbia, frustrazione e irritabilità.
È stata la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità a raccomandare ufficialmente l’uso dell’espressione distanziamento fisico al posto di distanziamento sociale per sottolineare l’importanza del contatto tra le persone per il benessere psicologico.
Lasciando il tema psicologico più stretto, è evidente che, in una situazione in cui le interazioni faccia a faccia sono limitate e dobbiamo tutti mantenere la Distanza, il Digitale diventa il mezzo eletto a mantenere vive e attive le relazioni sociali di tutti i tipi.
Le aziende di tutto il mondo stanno dicendo al personale di lavorare da casa nel tentativo di arginare la diffusione del covid-19. Un tale lavoro a distanza su larga scala è senza precedenti e lascerà un’impronta duratura se non indelebile nel modo in cui le persone vivono e lavorano.
Ciò auspica una maggiore comprensione delle dinamiche del Team.
Diventa importante interrogarsi (ancora più di prima) su come creare una cultura di squadra virtuale, cosa funziona meglio e cosa è invece più dannoso quando si gestisce il Team a distanza.
Sono tanti i Manager che in questi mesi mi hanno riferito di trovarsi in seria difficoltà su questo aspetto.
Si teme di non essere in possesso delle “armi” più adatte, si è consapevoli che quelle che si avevano prima sono ormai spuntate e comunque non consentono di ottenere gli stessi risultati. Ne servono di nuove, più efficaci nel nuovo contesto e più aderente alla nuova dinamica di lavoro.
Sul fronte personale i dipendenti hanno avuto difficoltà a gestire l’insegnamento a casa dei bambini tramite videoconferenza coordinandosi con i colleghi a distanza. A livello aziendale molti ritengono che la produttività si riduca rapidamente se non viene gestita in modo adeguato.
Fatto bene, il lavoro a distanza può aumentare la produttività e il morale, fatto male può generare inefficienza, danneggiare i rapporti di lavoro ed è motivare i dipendenti.
Nei team aziendali che lavorano a distanza può nascere rapidamente confusione e mancanza di chiarezza. L’isolamento porta l’incertezza su con chi parlare di questioni specifiche specifiche è come quando affrontarle con conseguenti rallentamenti e ritardi.
Sicuramente la scarsa o inefficace comunicazione è uno dei motivi principali per cui gli uffici in remoto non sono produttivi. Fornire chiarezza sulle decisioni da prendere su quelle che possono essere affrontate a livello di squadra aiuta a progredire.
Una good practice può essere quella di creare dei piccoli team interfunzionali con obiettivi chiari e uno scopo comune, questa modalità consentirà di mantenere tutti i membri del team allineati sullo stesso “binario strategico”.
Un’altra chiave sta nella creazione di molteplici canali di comunicazione. Lo sviluppo di vari modi di interagire garantirà che i manager stiano collaborando in modo efficace con tutti i membri del loro team. Si tratta di una sfida da superare e anche di un’opportunità per sviluppare il proprio team.
Essenziale promuovere una cultura dei risultati che dia forza e renda i team responsabili nel raggiungimento degli obiettivi incoraggiando al tempo stesso una comunicazione aperta onesta e produttiva.
C’è un altro elemento da considerare e cioè che, mentre le aziende passano alla nuova normalità è importante riconoscere che alcuni dipendenti possono trovarsi ad affrontare altre pressioni a casa, tra cui la cura dei figli quando le scuole sono chiuse portando a sentimenti di isolamento e insicurezza.
I Leader aziendali devono rispettare E rispondere a queste ulteriori esigenze.
Aumentare le interazioni sociali all’interno del team in particolare attraverso incontri individuali protegge dai sentimenti di isolamento e demoralizzazione e crea lo spazio per le persone per parlare condividere i propri pensieri.
Creare un senso di sicurezza psicologica per i propri colleghi offrendo una prospettiva nei momenti di sfida e allineando il Team a ciò che sta succedendo.
Un approccio simile è importante anche quando si ha a che fare con clienti fornendo loro una preziosa stabilità e consentendoli di navigare in acque sconosciute ma con fiducia.
Dare ai dipendenti lo spazio per svolgere attività personali o sociali, fornire una chiara immagine di controllo e assegnare i compiti significativi può anche stimolare la motivazione.
In sintesi, per i manager la sfida è quella di guidare, ispirare e dirigere il proprio Team nel corso del lavoro quotidiano pur essendo fisicamente lontani.
Gli Executive sono chiamati oggi più che mai a dare energia a tutta l’azienda definendo una direzione chiara e comunicandola in modo efficace. Offrire una visione forte e realistica può avere un potente effetto sulla motivazione in tutta l’Organizzazione soprattutto se dispersa geograficamente.
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ADR Coaching di Angela De Rosa
Iscritta all’Ordine degli Psicologi della Lombardia: n.21074
Iscrizione ICF Global: 009107555I
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