Quello che vedo sempre più spesso nel mio lavoro di Business Coach, è un aumento del senso di insicurezza e incertezza nelle persone che lavorano un po’ in ogni settore.
Tutti più o meno si stanno facendo la stessa domanda e cioè: “Che cosa dovrò o potrò fare dopo?” oppure “Che cosa posso fare adesso visto che il mio lavoro non mi soddisfa più? Visto che mi hanno chiesto di trasferirmi in un’altra città? O visto che mi hanno licenziato?”.
Sono tematiche che mi trovo sempre più spesso ad affrontare e che, ogni volta, creano un vissuto di spaesamento e generano un senso di forte incompiutezza nella persona che le vive.
Eppure, non c’è da meravigliarsi.
Infatti, i tempi sono molto cambiati e, ugualmente, l’idea tradizionale di lavoro e di impiego si è modificata moltissimo e continua a modificarsi.
Anni fa era possibile lavorare per una Organizzazione/Ente/Azienda/Agenzia per tutta la vita e si poteva essere relativamente sicuri del proprio posto di lavoro. La nostra Società, per come era organizzata, prevedeva la possibilità di garantire un unico e singolo lavoro dall’inizio della propria carriera fino alla pensione.
Questo stato di cose, ha portato nel corso del tempo, alla definizione di un vero e proprio “binomio” sul quale si è basato, negli anni, gran parte della soddisfazione sul lavoro.
Potremmo sintetizzare il concetto nella seguente formula:
Molto spesso infatti, in modo più o meno consapevole, queste due parole coincidevano o comunque venivano fortemente associate.
Avere un posto di lavoro sicuro e solido, anche al di là delle soddisfazioni professionali ricevute, era la premessa per una vita professionale soddisfacente ed era considerato dai più, la priorità alla quale aspirare.
Questo nella Società attuale, semplicemente, non esiste più.
Non è più concepibile trovare un lavoro dipendente, che sia in un’azienda, o in un qualunque altro tipo di contesto, e di restarci fino al pensionamento.
Il fatto che oggi questa certezza non esista praticamente più, comporta un generale stato di confusione e disagio che spesso non si sa come affrontare perché le persone sentono di non avere gli strumenti adatti per farlo.
Sempre di più, chi lavora in un’Organizzazione, sente di non avere più il “controllo” sulla loro vita professionale. “Controllo” che in realtà non ha, di fatto, mai più di tanto avuto, quanto piuttosto, “delegato” al datore di lavoro il quale, infatti, “provvedeva” alla vita professionale della persona, quasi come un padre provvede ai bisogni dei propri figli (minorenni), con garanzie di vario tipo, una tra tutte, appunto: la certezza del proprio posto di lavoro.
Quello che invece sta accadendo, è che oggi le Aziende sono a loro volta troppo instabili per garantire certezze ai lavoratori.
Qualunque datore di lavoro (dalla Multinazionale all’impresa più piccola), non è più in grado di garantire il lavoro fisso a vita perchè è la stessa sorte dell’Organizzazione che è meno certa e garantita.
Questo perché è il Mercato che, a sua volta (per una serie di fenomeni tra i quali ad oggi il più impattante di tutti: la Digital Transformation), vive uno stato di profondo mutamento e turbolenza costante e sempre più rapida.
Questa “vivacità” del Mercato, non può non intaccare gli equilibri interni e quindi le sorti delle stesse Organizzazioni.
E’ un pò come aspettarsi che le case costruite sulle pendici di un vulcano in eruzione non siano toccate dallo stravolgimento in atto. I dipendenti delle aziende sono un pò come gli abitanti di queste case. Le loro mura domestiche non sono più del tutto in grado di proteggerli e tutelarli a vita dall’eruzione in atto che, in più oggi, è diventata sempre più frequente e di portata elevata.
Le dinamiche dei Mercati, considerate “esterne” ai luoghi finora “protetti” di lavoro, entrano invece prepotentemente all’interno delle Aziende e si insinuano tra i corridoi e le sale riunioni dove i dipendenti di vari livelli (dallo Stagista all’Executive) trascorrono il loro tempo lavorativo.
Eppure, larga parte delle persone, continua a far dipendere la propria vita e quindi il proprio destino professionale dall’Azienda in cui lavora.
Un vero e proprio controsenso, se considerato all’interno del quadro appena descritto.
Ma perché questo accade?
Parte della risposta sta, secondo me, nella famosa quanto atavica “resistenza al cambiamento” che caratterizza l’essere umano e che si confà particolarmente ad ambienti di vita protetti e ovattati che, come tali, non attrezzano l’individuo di quelle skills necessarie o comunque, come dei muscoli non allenati e lasciati dormienti per lungo tempo, non si è (o non ci si sente) in grado di attivarli.
La difficoltà sta nel “passaggio” dal modello passato, chiaro e definito, che però non funziona piu, ad un modello futuro che seppur sfocato e incerto, è il nuovo modello cui aderire.
Ma per fare questo è necessario un cambio di mindset.
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ADR Coaching di Angela De Rosa
Iscritta all’Ordine degli Psicologi della Lombardia: n.21074
Iscrizione ICF Global: 009107555I
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